La Tina ha la sua stazione radio del cuore.
Trasmette solo musica, e ogni ora 3-minuti-3 di notizie.
Non ha speaker, disc jockey famosi che si sentono in dovere di farti ridere, ospiti VIP che devono disquisire di tutto.
Musica, musica e musica.
Facendo zapping radiofonico capita di sentire il simpa di turno che chiacchiera, e quello beccato prima le ha lasciato un'espressione di incredulità-misto-sconforto.
La voce garrula e modulata affermava che "amici, c'è una nuova applicazione per smartphone utilissima a tutti coloro che hanno salutato gli amici prima di partire per le vacanze ma non possono permettersi di andare da nessuna parte. Se vi chiudete in casa con le persiane chiuse ma venite chiamati al cellulare, l'applicazione al terzo squillo fa partire la segreteria telefonica
in lingua straniera, così la frottola raccontata è più credibile".
Ma dai. MA DAI!!!!
Il messaggio subliminale già di per sè è raccapricciante.
Se non ti puoi permettere di partire per le vacanze sei un poveraccio, e DEVI vergognarti.
Non c'è scampo, è obbligatorio.
E non pensare di barare! Per
vacanza si intende minimo una settimana alle Barbados, dove sperare di incontrare Rihanna che coglioneggia in spiaggia, o Santropè dove il lettino e l'ombrellone costano solo 50 € al giorno. Cocktail esclusi, o-vvia-me-nte!
Non valgono permanenze inferiori alla settimana, non valgono visite a parenti e amici, non valgono weekend fuori. Siamo combattuti sulla validità della casa di proprietà, ma solo se è in località
fashion e ricercata, ovviamente con vista e barbeque esterno in muratura.
Non puoi permetterti tutto questo? Vergognati! Te lo dice anche l'inventore di una
merdosissima applicazione per smartphone.
E non solo devi vergognarti, ma punisciti! Fallo chiudendoti in casa, a serrande abbassate privandoti anche della luce (gratuita..) del sole, delle passeggiate serali che tanto bene fanno a tutti, di un gelato in cialda croccante con 4 gusti diversi che certe notti è la gioia del palato.
Punisciti per non essere al passo con questa società che
esige la vacanza estiva, forza.
Ci sono considerazioni pratiche che una mente come la Tina non può che porsi:
. come la metti con l'abbronzatura? O dici che se stato in Islanda e sole nisba, ma uh quanti geyser!, oppure dici che al primo giorno ti sei beccato la dissenteria e hai passato le vacanze in camera da letto con l'aria condizionata accesa a vedere sky in ceceno;
. le foto? si possono comprare finti reportage di vacanza, magari con qualche fotomontaggio per collocarti sulla scena?
. come ti arrangi per la spesa? Se mandi qualcuno rischi di bruciarti il segreto! O forse il giorno prima della finta-partenza fai le scorte da attacco missilistico riempiendo la dispensa;
. la tovaglia la scrolli di notte in balcone quando tutti dormono oppure riempi di briciole il pavimento della cucina sperando di non essere assalito dalle formiche?
A parte le considerazioni sceme, ce ne sono un paio d'altre ben più serie (e più tristi) che questo infausto messaggio pubblicitario ha fatto nascere:
. perchè mi dovrei sentire in colpa se non posso permettermi le vacanze? Per quale stupidissimo motivo, visto che magari nella vita di tutti i giorni lavoro, pago le tasse, faccio la spesa, ho le bollette che crescono e riesco a gestire tutto questo, ma la spiaggia di Santropè proprio non ci scappa?
. in che schifosa società viviamo per sentirci osservati, scrutati e condannati dai cosiddetti "amici" - presumendo che agli estranei non gliene freghi un emerito nulla se noi andiamo o no in ferie - al punto da dover fingere di fare qualcosa per sentirci uguali a tutti gli altri?
La Tina non parla neppure per se stessa, dato che da brava disoccupata - leggi: scrittrice con ancora nulla di pubblicato - non se l'è fatte proprio, le vacanze. E onestamente non è che stia sveglia la notte a piangerci su.
La Tina pensa che qualsiasi cosa uno possa permettersi di fare con serenità andrebbe fatta e goduta, possibilmente.
Ma rincorrere quello che non si può avere, oltretutto barando per fingere di avrlo ottenuto, sia di una tristezza imbarazzante.