Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

giovedì 22 dicembre 2011

Surprise!

Ecco. Ci sono momenti in cui certe persone (non a caso lontane, ma vicine al cuore) si fanno sentire come se fossero nella tua stessa stanza, a chiacchierare e ridere con te.
Sono lì talmente vicine che le abbracci col pensiero, e vorresti poterlo fare con tutto il corpo.

Questa mattina mi sono arrivate 3 bellissime sorprese.
Un blocco di raso rosa - quale altro colore poteva mandarmi la mia preziosa S? ;) -  per scrivere i miei pensieri, con una dedica dolcissima che mi ha commosso;
una confezione di tisana dalla splendida C., che mi incoraggia tantissimo definendomi "la sua scrittrice in progresso preferita!" e mi fa venire il sorrisone gongolante da nano da giardino;
il biglietto di auguri della mia M., gioia lei, con una foto della sua pupa bella da far paura (mia madre ha sgranato gli occhi dicendo "ma chi è? Quant'è bella!" Eh lo so, non ci si può far nulla, è bella sì!)

Mi sono sentita grata, felice, fortunata.
Lo spirito natalizio non sarà quello da abete di 2 metri in casa con su 13 kili di decorazioni e luci da consumo energetico di un paese di medie dimensioni; però scalda il cuore sapere che persone tanto belle ti pensano e ti voglio bene.


martedì 20 dicembre 2011

Pensiere spersi e sparsi.

Qui si soffre di mancanza cronica di spirito natalizio, e non c'è nulla di nuovo; però, sarà il periodo un po' letargico o la fine dell'anno incombente, ci sono tanti pensieri che mi rosicchiano la materia grigia, senza farsi scrupoli per la fatica del criceto che mi gira in testa e fatica a stare dietro a tutti.


E vabbè, allora diamogli da fare a 'sto disgraziato di criceto: d'altro canto è lui che vuole girare la ruotina incastrata fra le orecchie, io gli darei pure le ferie ma lui non le vuole. Stakanovista!


. è quasi natale, ok. Natale chiama feste, feste chiamano parenti. Non posso negare un attimo di apprensione pensando alle domande che arriveranno, inevitabili, sui principali argomenti di conversazione post-pranzo: il libro è finito, bello! ma l'hai stampato? ah ancora no? ma ce l'hai un editore? ah ancora no? ma almeno stai lavorando? ah no? ma quindi che fai? ...il fidanzato ce l'hai? ah no? 'spetta neh, giochiamo a burraco? andata! - il criceto cigola e guaisce alla sola idea.

. sono tuttora impegnata nella creazione dei miei regali natalizi, che non posso dire cosa sono perchè alcuni sono in viaggio e non posso rovinare le sorprese così: mi piace questa aria un po' festosa - ma non troppo - che mi mettono addosso, pensando alle persone a cui li ho mandati e che spero li apprezzeranno - criceto operoso.

. domani si preannuncia una giornata intensa, con la visita a Roma di due mostre. Una è Body Wolrds, che solo a pensarci mi sento tutta elettrizzata. L'altra è di Dalì, che amo e ammiro tantissimo. Insomma, una specie di prova del fuoco per le mie ginocchia, la prima occasione da quasi 2 mesi a questa parte per muovermi tutto il giorno e possibilmente tornare a casa con ancora le gambe attaccate al tronco - il criceto scuote la testa sconsolato; se le gambe ti si bloccano, cretina, sticaz sono affaracci tuoi. Io entro in sciopero.

. anche senza lo spirito da natale-cocacola, quello che ti fa ricoprire ogni superficie di lustrini e lucine intermittenti, e ti obbliga a comprare un pensierino anche per il figlio del vicino del lattaio di tuo nonno, devo ammettere che sono contenta di sentire parenti e amici che non vedevo da un po', di pensare agli zii che stanno per arrivare, ai dolci da preparare insieme mentre si chiacchiera, ai pranzi e alle cene rumorose ed extracaloriche e buonissime - il criceto è già in iperglicemia, io pure.


. ui uish iu a meri crismas, come cantava ieri il mio cuginetto allo spettacolo dell'asilo.

giovedì 15 dicembre 2011

Commozione.

"...E' bellissimo" sigh, sob, "è proprio bello, cioè mi ha commosso, e insomma" sigh, "sei così tu, è proprio... sei tu in pieno, cioè" sniff sniff "mi è proprio piaciuto!"

Questa è la prima recensione che ricevo alla lettura del libro.
Ecco, non verrà pubblicata su nessuna rivista o altro, ma è la prima ufficiale che ricevo.

E' stata intervallata da affranti versi di apprezzamento, e da strombettate del naso mica da ridere.

Il fatto che me l'abbia fatta mia sorella non cambia di un'H la cosa.







Cara casa editrice F., tu che hai in mano il malloppo da ormai un mese (ok, lo so che un mese è pochissimo, e che non ci si deve aspettare risposte - sempre che arrivino, of course - prima di qualche anno luce).
Tu sai che sono stata una brava bambina e mi sono comportata bene e non ho detto troppe parolacce e non sono stata un gatto aggrappato alle croste del mondo, eccetera eccetera.

Casa editrice F., me lo dici anche tu che ti è piaciuto? Che ti ha commosso tutta e ti ha un po' sciolto i nodi dentro la pancia e ti ha fatto pensare "oh ma che figata, io 'sta perla la devo proprio pubblicare prima che qualche concorrente me la ciuli"?


Me lo fai come regalo di Natale, che siamo tutti più buoni e apprezziamo come pazzi le buone notizie? Che dici?


Ps: in questo periodo il leitmotiv che gira come un disco incantato nella mia testa è "a J.K. Rowling hanno rifiutato la pubblicazione del primo Harry Potter per 12 volte prima che un editore un minimo sveglio si accorgesse di avere in mano un tesoro".

Ok, ce la possiamo fare.

venerdì 2 dicembre 2011

Ecco.

It's not fair, canta una canzone.
Non è giusto.
Non lo è affatto.

E così tu, TU, ieri ti sei portato via la mia borsa.
Me l'hai presa in un momento di distrazione, che sto pagando caro e amaro. 


Tu l'hai presa, e se io sapessi farlo ti lancerei una di quelle maledizioni stile Alex Drastico dopo il furto del motorino.


Ma siccome non lo so fare, ovvero le parolacce rischiano di soffocarmi come già è successo ieri, allora mi limito a dirti giusto un paio di cose.

Il portachiavi a cui erano appese quelle 3 chiavi, peraltro ora inutili dato che le serrature sono state tutte prontamente cambiate, era un regalo. Il regalo di un amico, a fine giornata di un compleanno davvero triste, per strapparmi un sorriso. E adesso ti sei preso il mio regalo.

L'ipod con dentro le mie canzoni era il terzo, il terzo che avevo preso, dopo che il primo - un regalo - mi era stato rubato - pure lui! - e il secondo, comprato in sostituzione del primo, era caduto nell'oceano indiano. Io non lo so, davvero.
Il terzo.

Il cellulare di poco prezzo che hai trovato aveva dentro, oltre ai numeri di tanti amici che non so come ricontattare, messaggi vecchi di anni, di anni, fra cui quello di mio zio che dopo l'operazione al cuore mi diceva che stavano per dimetterlo. Io pensavo di non rivederlo più, e lui mi mandava SMS. Quello della mia amica dopo la nascita delle sue gemelle. Quello dell'amica che mi diceva quanto era stato bello vedermi dopo tanti mesi. E adesso, anche se riavrò lo stesso numero, non li potrò + recuperare.

Il portafoglio e il portamonete che hai trovato nella tasca, lasciando perdere i soldi che c'erano dentro - che da disoccupata non mi sono proprio indifferenti, mannaggiattè - erano entrambi regali di un amico caro, ricordi di una città che amo. Nel portafoglio c'era il biglietto di Natale di 2 anni fa, scritto da mia sorella appena ero tornata dall'Africa. Per dire, non erano proprio cacchi tuoi prenderlo.

L'agendina letteraria che c'è lì dentro, con i miei impegni e le citazioni di tanti libri, mi ha accompagnato per quasi un anno, mi ha ispirato, mi ha seguito nelle mie cose da fare e da non fare.

E soprattutto... la cosa per cui ho pianto di più, quella per cui mi si incrinava la voce mentre facevo l'elenco per la denuncia dai carabinieri, è il Moleskine dorato, regalo di un'amica che capiva quanto certe idee avessero bisogno di essere scritte, stese a caratteri caotici sul foglio, e poi rilette.
Io su quelle pagine ho scritto i pensieri degli ultimi 7 mesi, gli appunti del libro, le idee fichissime che mi venivano di notte e mi facevano pensare che genio che sono a tenermi il blocchetto sempre a portata di mano. Ci ho messo il cuore, lì, in quella roba per te inutile.
E la cosa migliore che possa sperare è che tu l'abbia sbattuto via in un campo. Ecco.



E allora sai cosa? Ti auguro solo di non goderti nulla, di ciò che mi hai rubato.
Ecco.
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